Disturbi somatici
I disturbi somatici si manifestano con sintomi fisici intensi, come dolori o malesseri, senza una spiegazione medica evidente. Questi sintomi possono compromettere la vita quotidiana e sono spesso legati a stress o difficoltà emotive, riflettendo il peso che mente e corpo esercitano l’uno sull’altro.
Cosa sono i disturbi somatici
I disturbi somatici rappresentano una categoria ampia e complessa all’interno dello spettro della psicopatologia. Questi sono tendenzialmente caratterizzati dalla presenza di sintomi fisici derivanti da un malessere mentale: infatti, nella maggior parte dei casi non sussiste o non sono spiegati completamente da una condizione medica. Questo tipo di disturbo spesso richiede un approccio integrato e a tutto tondo, nonchè un lavoro d’equipe che comprenda sia il medico curante, sia il terapeuta che lo psichiatra.
Un esempio di questo tipo di disturbo potrebbe essere una persona che, dopo un evento stressante, come la perdita del lavoro, lamenta un forte mal di schiena senza una causa medica a supporto della sintomatologia.
Sintomi dei disturbi somatici
I sintomi possono essere molto diversi tra loro, sia per via del malessere psichico sottostante, sia per la risposta che ogni individuo ha a quest’ultimo. Inoltre, questo tipo di sintomi compare solitamente in soggetti prossimi ai 30 anni o durante l’infanzia.
In generale possiamo dire che ci sono alcune sintomatologie più diffuse di altre, tra queste troviamo:
- Dolore cronico: il dolore solitamente è il primo campanello d’allarme che avverte il corpo e la mente che qualcosa non va. Chi soffre di questo disturbo, spesso lamenta dolore a livello muscolare, articolare, alla schiena e alla testa.
- Disturbi gastrointestinali: spesso si sente dire che lo stomaco è il secondo cervello e la ricerca scientifica in qualche modo lo conferma. Infatti lo stomaco e l’intestino sono dotati di un tessuto neuronale autonomo, con neuroni e cellule gliali (le stesse che sono effettivamente presenti nel nostro cervello) che dialogano tra loro continuamente, scambiando segnali di natura elettrochimica con il sistema nervoso centrale (SNC). Spesso, infatti, persone che soffrono di stress, tensione e ansia cronici riportano avere problematiche anche a livello gastrointestinale, come difficoltà di digestione, reflusso, diarrea e meteorismo.
- Fatica cronica: questo sintomo spesso emerge anche in persone con disturbi d’ansia o del sonno. Questo potrebbe derivare dal fatto che il soggetto non riesca ad entrare nella fase di “sonno profondo”, ovvero quella fase del sonno in cui il cervello riesce effettivamente a riposare e rigenerarsi. Inoltre, spesso chi soffre anche di disturbi d’ansia potrebbe avere un maggiore dispendio energetico durante la giornata derivante dalla costante preoccupazione, avvertendo così stanchezza cronica.
- Sintomi neurologici: questi sintomi possono comparire sotto forma di vertigini, formicolio, debolezza muscolare, perdita di sensibilità o in casi più gravi, anche paralisi temporanee o perdita della capacità visiva. Si ipotizza che questa sintomatologia sia utilizzata dal cervello come “meccanismo di difesa” per far spostare il focus attentivo della persona dalla mente al corpo. Un’altra possibile spiegazione, potrebbe risiedere nel fatto che, in situazioni di ansia costante e stress cronico, il sistema nervoso autonomo diventi ipersensibile, amplificando le percezioni dei sintomi fisici e provocando reazioni che simulino disturbi neurologici.
- Sintomi cardiovascolari: tra i sintomi più diffusi troviamo la tachicardia, palpitazioni , la sensazione di soffocamento e pressione toracica. Questa sintomatologia deriva dalla risposta del sistema nervoso autonomo a situazioni di grande ansia e stress: infatti, quando un soggetto sperimenta queste sensazioni, si attiva il sistema nervoso simpatico (attacco-fuga). Questa risposta istintiva alza il battito cardiaco e mette in circolo alcuni ormoni come il cortisolo (chiamato anche ormone dello stress) per permettere al soggetto di sopravvivere alla situazione ostile in cui pensa di starsi trovando. Questo comporta un aumento di flusso sanguigno verso alcuni distretti muscolari (come per esempio i muscoli delle braccia e delle gambe) e inibisce alcuni altri stimoli (per esempio la digestione). Spesso l’aumento del battito cardiaco o il formicolio possono essere confusi con problemi più gravi (come aritmie o infarti), generando a loro volta, ulteriore preoccupazione.
Cause dei disturbi somatici
Come detto precedentemente, la somatizzazione non ha una causa ben definita perchè è molto influenzata dal modo in cui la persona vive una determinata situazione, tuttavia ci sono alcune condizioni che possono predisporre l’individuo a soffrire di questo disturbo. Tra queste troviamo:
- Storia di traumi e abusi: le esperienze traumatiche possono spingere l’individuo a sviluppare e acuire la propria sensibilità fisica, come risposta difensiva.
- Stress e ansia cronica: come detto precedentemente, queste condizioni sollecitano risposte corporee istintive, amplificando la percezione dei sintomi fisici.
- Influenze biologiche: alcuni squilibri a livello chimico o predisposizioni genetiche possono aumentare la vulnerabilità dei soggetti verso questi disturbi.
- Condizioni psicologiche preesistenti: può succedere di trovarsi in condizioni di comorbilità con altri disturbi, come disturbi d’ansia o disturbi depressivi, che vadano ad amplificare la sintomatologia.
Tipologie di disturbi somatici
Esistono diverse tipologie di questa categoria di disturbi. Le principali sono:
- Disturbo da sintomi somatici: ovvero una preoccupazione eccessiva per i sintomi fisici derivanti da una risposta emotiva intensa.
- Disturbo di ansia da malattia: conosciuto più comunemente come ipocondria, questa condizione di derivazione ansiosa può peggiorare la sintomatologia di questo disturbo, in quanto il soggetto, avendo una preoccupazione enorme e spesso non giustificata per la propria salute, ha la tendenza a sovra-analizzare i propri sintomi e sensazioni e pensare che siano derivanti da qualche tipo di condizione medica o malattia.
- Disturbo di conversione: spesso chi soffre di questo disturbo ha sintomi neurologici, come perdita di sensibilità o paralisi, non meglio spiegati da una condizione fisica.
- Disturbo doloroso persistente: il quadro sintomatologico è caratterizzato prevalentemente da dolore cronico, causando un forte disagio e limitazioni nell’autonomia e nelle capacità del soggetto.
Trattamento dei disturbi somatici
Questo tipo di disturbi richiedono un approccio multidisciplinare, combinando interventi psicologici e farmacologici. Gli interventi più efficaci si basano su:
- Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): questo tipo di psicoterapia si concentra sulla modifica dei pensieri disfunzionali e delle interpretazioni catastrofiche che stanno alla base delle associazioni con i sintomi fisici.
- Terapia focalizzata sul corpo: alcune di queste tecniche mirano a riequilibrare la percezione del corpo e dei suoi segnali interni, in modo da sviluppare delle strategia per gestire meglio il dolore e il disagio.
- Mindfulness e tecniche di rilassamento: questo tipo di tecniche può avere sia benefici direttamente sui sintomi, in modo da riuscire a concentrarsi in maniera più precisa su dove si trova il dolore, per esempio in casi di dolore generalizzato, sia aiutano a ridurre le emozioni di ansia e stress che possono risiedere alla base del disturbo.
- Supporto farmacologico: spesso consigliato come terapia di affiancamento, possono essere prescritti farmaci antidepressivi e ansiolitici come supporto alla terapia.
Conclusioni
I disturbi somatici mettono in luce la complessa connessione tra mente e corpo, richiedendo un approccio integrato che coinvolga sia il trattamento dei sintomi fisici che il lavoro psicologico. Riconoscere la natura psicologica di questi disturbi non significa sminuire l’intensità del dolore vissuto, ma piuttosto trovare strategie efficaci per alleviare la sofferenza e migliorare la qualità della vita.
Cosa sono i disturbi somatici
I disturbi somatici rappresentano una categoria ampia e complessa all’interno dello spettro della psicopatologia. Questi sono tendenzialmente caratterizzati dalla presenza di sintomi fisici derivanti da un malessere mentale: infatti, nella maggior parte dei casi non sussiste o non sono spiegati completamente da una condizione medica. Questo tipo di disturbo spesso richiede un approccio integrato e a tutto tondo, nonchè un lavoro d’equipe che comprenda sia il medico curante, sia il terapeuta che lo psichiatra.
Un esempio di questo tipo di disturbo potrebbe essere una persona che, dopo un evento stressante, come la perdita del lavoro, lamenta un forte mal di schiena senza una causa medica a supporto della sintomatologia.
Sintomi dei disturbi somatici
I sintomi possono essere molto diversi tra loro, sia per via del malessere psichico sottostante, sia per la risposta che ogni individuo ha a quest’ultimo. Inoltre, questo tipo di sintomi compare solitamente in soggetti prossimi ai 30 anni o durante l’infanzia.
In generale possiamo dire che ci sono alcune sintomatologie più diffuse di altre, tra queste troviamo:
- Dolore cronico: il dolore solitamente è il primo campanello d’allarme che avverte il corpo e la mente che qualcosa non va. Chi soffre di questo disturbo, spesso lamenta dolore a livello muscolare, articolare, alla schiena e alla testa.
- Disturbi gastrointestinali: spesso si sente dire che lo stomaco è il secondo cervello e la ricerca scientifica in qualche modo lo conferma. Infatti lo stomaco e l’intestino sono dotati di un tessuto neuronale autonomo, con neuroni e cellule gliali (le stesse che sono effettivamente presenti nel nostro cervello) che dialogano tra loro continuamente, scambiando segnali di natura elettrochimica con il sistema nervoso centrale (SNC). Spesso, infatti, persone che soffrono di stress, tensione e ansia cronici riportano avere problematiche anche a livello gastrointestinale, come difficoltà di digestione, reflusso, diarrea e meteorismo.
- Fatica cronica: questo sintomo spesso emerge anche in persone con disturbi d’ansia o del sonno. Questo potrebbe derivare dal fatto che il soggetto non riesca ad entrare nella fase di “sonno profondo”, ovvero quella fase del sonno in cui il cervello riesce effettivamente a riposare e rigenerarsi. Inoltre, spesso chi soffre anche di disturbi d’ansia potrebbe avere un maggiore dispendio energetico durante la giornata derivante dalla costante preoccupazione, avvertendo così stanchezza cronica.
- Sintomi neurologici: questi sintomi possono comparire sotto forma di vertigini, formicolio, debolezza muscolare, perdita di sensibilità o in casi più gravi, anche paralisi temporanee o perdita della capacità visiva. Si ipotizza che questa sintomatologia sia utilizzata dal cervello come “meccanismo di difesa” per far spostare il focus attentivo della persona dalla mente al corpo. Un’altra possibile spiegazione, potrebbe risiedere nel fatto che, in situazioni di ansia costante e stress cronico, il sistema nervoso autonomo diventi ipersensibile, amplificando le percezioni dei sintomi fisici e provocando reazioni che simulino disturbi neurologici.
- Sintomi cardiovascolari: tra i sintomi più diffusi troviamo la tachicardia, palpitazioni , la sensazione di soffocamento e pressione toracica. Questa sintomatologia deriva dalla risposta del sistema nervoso autonomo a situazioni di grande ansia e stress: infatti, quando un soggetto sperimenta queste sensazioni, si attiva il sistema nervoso simpatico (attacco-fuga). Questa risposta istintiva alza il battito cardiaco e mette in circolo alcuni ormoni come il cortisolo (chiamato anche ormone dello stress) per permettere al soggetto di sopravvivere alla situazione ostile in cui pensa di starsi trovando. Questo comporta un aumento di flusso sanguigno verso alcuni distretti muscolari (come per esempio i muscoli delle braccia e delle gambe) e inibisce alcuni altri stimoli (per esempio la digestione). Spesso l’aumento del battito cardiaco o il formicolio possono essere confusi con problemi più gravi (come aritmie o infarti), generando a loro volta, ulteriore preoccupazione.
Cause dei disturbi somatici
Come detto precedentemente, la somatizzazione non ha una causa ben definita perchè è molto influenzata dal modo in cui la persona vive una determinata situazione, tuttavia ci sono alcune condizioni che possono predisporre l’individuo a soffrire di questo disturbo. Tra queste troviamo:
- Storia di traumi e abusi: le esperienze traumatiche possono spingere l’individuo a sviluppare e acuire la propria sensibilità fisica, come risposta difensiva.
- Stress e ansia cronica: come detto precedentemente, queste condizioni sollecitano risposte corporee istintive, amplificando la percezione dei sintomi fisici.
- Influenze biologiche: alcuni squilibri a livello chimico o predisposizioni genetiche possono aumentare la vulnerabilità dei soggetti verso questi disturbi.
- Condizioni psicologiche preesistenti: può succedere di trovarsi in condizioni di comorbilità con altri disturbi, come disturbi d’ansia o disturbi depressivi, che vadano ad amplificare la sintomatologia.
Tipologie di disturbi somatici
Esistono diverse tipologie di questa categoria di disturbi. Le principali sono:
- Disturbo da sintomi somatici: ovvero una preoccupazione eccessiva per i sintomi fisici derivanti da una risposta emotiva intensa.
- Disturbo di ansia da malattia: conosciuto più comunemente come ipocondria, questa condizione di derivazione ansiosa può peggiorare la sintomatologia di questo disturbo, in quanto il soggetto, avendo una preoccupazione enorme e spesso non giustificata per la propria salute, ha la tendenza a sovra-analizzare i propri sintomi e sensazioni e pensare che siano derivanti da qualche tipo di condizione medica o malattia.
- Disturbo di conversione: spesso chi soffre di questo disturbo ha sintomi neurologici, come perdita di sensibilità o paralisi, non meglio spiegati da una condizione fisica.
- Disturbo doloroso persistente: il quadro sintomatologico è caratterizzato prevalentemente da dolore cronico, causando un forte disagio e limitazioni nell’autonomia e nelle capacità del soggetto.
Trattamento dei disturbi somatici
Questo tipo di disturbi richiedono un approccio multidisciplinare, combinando interventi psicologici e farmacologici. Gli interventi più efficaci si basano su:
- Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): questo tipo di psicoterapia si concentra sulla modifica dei pensieri disfunzionali e delle interpretazioni catastrofiche che stanno alla base delle associazioni con i sintomi fisici.
- Terapia focalizzata sul corpo: alcune di queste tecniche mirano a riequilibrare la percezione del corpo e dei suoi segnali interni, in modo da sviluppare delle strategia per gestire meglio il dolore e il disagio.
- Mindfulness e tecniche di rilassamento: questo tipo di tecniche può avere sia benefici direttamente sui sintomi, in modo da riuscire a concentrarsi in maniera più precisa su dove si trova il dolore, per esempio in casi di dolore generalizzato, sia aiutano a ridurre le emozioni di ansia e stress che possono risiedere alla base del disturbo.
- Supporto farmacologico: spesso consigliato come terapia di affiancamento, possono essere prescritti farmaci antidepressivi e ansiolitici come supporto alla terapia.
Conclusioni
I disturbi somatici mettono in luce la complessa connessione tra mente e corpo, richiedendo un approccio integrato che coinvolga sia il trattamento dei sintomi fisici che il lavoro psicologico. Riconoscere la natura psicologica di questi disturbi non significa sminuire l’intensità del dolore vissuto, ma piuttosto trovare strategie efficaci per alleviare la sofferenza e migliorare la qualità della vita.