ADHD adulti: come superare le sfide di concentrazione, lavoro e relazioni
ADHD adulti: come superare le sfide di concentrazione, lavoro e relazioni
ADHD adulti: significato
L’ADHD negli adulti è una condizione ancora poco compresa e spesso sottovalutata, ma può influire profondamente sulla vita quotidiana, dal lavoro alle relazioni. Molti associano l’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) solo all’infanzia, ma i sintomi possono persistere anche in età adulta, presentandosi in forme meno evidenti ma altrettanto invalidanti. Questo articolo esplora i sintomi, le cause e gli impatti del disturbo, offrendo spunti utili per comprendere e affrontare l’ADHD negli adulti.
ADHD adulti: come si manifesta?
Negli adulti, i sintomi dell’ADHD possono essere più sfumati rispetto a quelli osservati nei bambini. L’impulsività e l’iperattività tipiche dell’età infantile tendono a trasformarsi in difficoltà nel gestire il tempo, mantenere l’attenzione e organizzare le attività. Alcuni segnali comuni dell’ADHD negli adulti includono:
- Difficoltà di concentrazione: Saltare da un’attività all’altra senza concludere, distrarsi facilmente, anche durante una conversazione, perdere dettagli importanti, non seguire le istruzioni, commettere errori di distrazione che rendono la performance o il lavoro poco preciso.
- Impulsività: Si evidenzia in diversi atteggiamenti, come interrompere gli altri durante una conversazione, parlare senza riflettere, prendere decisioni avventate, fare continuamente acquisti, agire senza considerare le conseguenze, avere difficoltà a controllare le reazioni emotive. Molte volte si traduce in una serie di comportamenti socialmente inappropriati in alcune occasioni.
- Scarsa organizzazione: Fatica a pianificare e a rispettare scadenze, gestire orari e stabilire delle priorità, causando stress e senso di inadeguatezza. Spesso adulti con ADHD sono distratti da stimoli esterni, evitano attività che richiedono sforzi protratti (stilare relazioni, compilare moduli, revisionare documenti) e hanno la tendenza a perdere oggetti.
- Iperattività “interiore”: Piuttosto che agitarsi fisicamente, l’adulto può sperimentare una sensazione di “pensieri frenetici” o irrequietezza mentale, come se non riuscisse a finire un pensiero che sta già rincorrendo il successivo: questo può risultare anche in un eloquio molto accelerato, facendo si che gli altri lo trovino di difficile comprensione.
Questi sintomi, seppur meno evidenti, possono compromettere la vita quotidiana, influendo sulla produttività lavorativa e sulla qualità delle relazioni, a seconda anche della gravità e intensità con cui si manifestano.
ADHD adulti: quali sono le cause?
L’ADHD è un disturbo di origine neurobiologica, influenzato da fattori genetici e ambientali.
A livello genetico, l’ereditarietà del disturbo è consistente, infatti, le ricerche suggeriscono che ci sia un rischio maggiore di sviluppare il disturbo se già presente in famiglia, soprattutto in parenti di primo grado. A ciò si aggiungono possibili influenze ambientali, come complicazioni durante la gravidanza, esposizione a tossine (per esempio piombo), peso alla nascita molto basso o esperienze infantili traumatiche (per esempio trascuratezza, adozioni multiple).
Negli adulti, è importante considerare come il contesto sociale e lavorativo possa amplificare i sintomi: un ambiente caotico, con richieste multitasking e scadenze serrate, può esasperare la fatica a mantenere l’attenzione e a organizzare il lavoro.
Come viene diagnosticato l’ADHD in età adulta?
Diagnosticare l’ADHD negli adulti non è semplice, poiché i sintomi possono sovrapporsi ad altre condizioni psicologiche, come ansia o depressione. La diagnosi viene effettuata da uno specialista, solitamente uno psicologo o uno psichiatra, attraverso un colloquio clinico approfondito, test psicodiagnostici e una valutazione della storia personale del paziente. Può anche essere chiesto a parenti o coniugi di accompagnare il paziente al colloquio, in modo da avere un punto di vista esterno sul comportamento del paziente stesso.
Un aspetto cruciale è la continuità dei sintomi: per parlare di ADHD, le difficoltà devono essere presenti sin dall’infanzia, anche se in forme diverse. Questo aspetto distingue l’ADHD da altri disturbi che si sviluppano più tardi nella vita.
ADHD adulti e vita quotidiana: lavoro e relazioni
- Le sfide sul lavoro
Nel contesto lavorativo, l’ADHD può manifestarsi attraverso difficoltà di concentrazione, ritardi nelle scadenze e fatica a organizzare le attività. Chi ne soffre tende spesso a procrastinare o a sentirsi sopraffatto da compiti complessi. Ciò può generare frustrazione sia nell’individuo che nei colleghi, influendo negativamente sul clima e le prestazioni professionali. - Affrontare queste sfide richiede strategie pratiche:
Organizzare il lavoro in piccole fasi con obiettivi chiari dando istruzioni verbali e scritte chiare e precise.
Utilizzare strumenti di pianificazione come calendari o promemoria che aiutino a strutturare le attività.
Ridurre le distrazioni lavorando in un ambiente silenzioso e ordinato (avere una scrivania in un’area silenziosa) - ADHD e relazioni interpersonali
Nelle relazioni, l’impulsività e la disattenzione tipiche dell’ADHD possono generare incomprensioni e conflitti. La difficoltà a prestare attenzione durante una conversazione può essere interpretata come disinteresse: il partner, infatti, può sentirsi poco ascoltato o considerato all’interno della relazione, causando sentimenti negativi, come tristezza e rabbia, che possono sfociare in discussioni e scontri.
Inoltre le emozioni possono essere vissute in maniera molto intensa, rendendo più difficile gestire discussioni, litigi e situazioni di stress.
Un altro tratto tipico delle persone con ADHD è la procrastinazione: all’interno della vita di coppia, questo può rovinare il rapporto, in quanto il carico può essere percepito come non equamente distribuito tra i due partner.
Le reazioni impulsive possono ferire gli altri, soprattutto all’interno delle discussioni: infatti è possibile che la persona con ADHD, durante un litigio, possa dire delle cose che non pensa veramente, ma che comunque possono ferire il partner.
Un dialogo aperto e sincero con il partner o con gli amici può fare la differenza. È utile spiegare le proprie difficoltà e trovare insieme soluzioni pratiche, come stabilire momenti dedicati alla comunicazione o praticare tecniche di ascolto attivo.
Inoltre, si vuole anche ricordare che l’ADHD ha anche degli aspetti positivi: infatti persone con ADHD risultano essere più creative, rendendo possibile trovare soluzioni alternative.
Come superare le difficoltà: strategie e supporto
Gestire l’ADHD in età adulta non significa eliminare completamente i sintomi, ma imparare a conviverci sviluppando strategie adatte al proprio stile di vita. Alcuni approcci utili includono:
- Terapia psicologica: La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a migliorare le capacità organizzative e l’attenzione, oltre che fornire strategie di compensazione; inoltre, aiuta a sviluppare maggior empatia e capacità di regolare le proprie emozioni. Ci sono anche altre forme di trattamento psicodinamico o basate sulla mindfulness che possono essere utili a migliorare l’organizzazione e la gestione delle emozioni.
- Terapia occupazionale: Terapia che aiuta le persone ADHD a vivere nel modo più indipendente possibile, ad organizzare il lavoro, portando a termine certi obiettivi nei tempi stabiliti, sfruttando le risorse disponibili e l’ambiente fisico e sociale.
- Adattamenti pratici: Strutturare la propria giornata con routine chiare, utilizzare app e strumenti per organizzare il tempo e ridurre le distrazioni.
- Attività fisica e mindfulness: Esercizio fisico regolare e pratiche di consapevolezza possono migliorare l’attenzione e ridurre l’irrequietezza mentale. La mindfulness sull’ADHD può avere un impatto sui sintomi comportamentali della disattenzione e impulsività, sui deficit neurocognitivi relativi all’attenzione e capacità di inibizione così come su altri disturbi correlati come ansia e depressione. Anche gli esercizi di rilassamento durante la mindfulness aiutano ad adottare un atteggiamento aperto verso le proprie emozioni.
- Trattamento farmacologico: in alcuni casi, lo psichiatra può decidere di prescrivere alcuni farmaci che aiutino a mantenere la concentrazione e riducano la disattenzione. Tuttavia è necessario valutare singolarmente il caso per evitare che questi comportino degli effetti collaterali in caso di comorbilità: per esempio, se il paziente è anche affetto da un disturbo d’ansia questi farmaci potrebbero peggiorare questo aspetto.
Conclusione
L’ADHD negli adulti è una condizione reale, che richiede comprensione e supporto. Riconoscere i sintomi, cercare una diagnosi adeguata e adottare strategie concrete possono fare la differenza nella qualità della vita. Affrontare le sfide dell’ADHD non è impossibile: prima di tutto, è fondamentale conoscere il disturbo, per capire quali sono idee sbagliate e false credenze sull’ADHD e abbattere eventuali pregiudizi. Una maggiore consapevolezza aiuta anche a gestire le frustrazione, per questo è fondamentale poter parlare apertamente ed esprimere i propri bisogni. Esistono anche dei gruppi di supporto tra pari dedicati sia ad adulti con ADHD che ai rispettivi partner e coniugi durante i quali vengono forniti strumenti adeguati per migliorare la concentrazione, le relazioni e il benessere generale.
Se ti ritrovi in questi sintomi o conosci qualcuno che potrebbe averne bisogno, il primo passo è quello di rivolgersi a uno specialista per ottenere una valutazione e un supporto adeguato.
Contenuto a cura di:
Ufficio editoriale
L'Ufficio Editoriale di ilmiopsi è composto da un team multidisciplinare di psicologi, psicoterapeuti e professionisti della comunicazione, impegnati nella scrittura e revisione clinica di contenuti dedicati alla psicologia e alla salute mentale. Ogni articolo è sviluppato con un approccio scientifico, accurato e accessibile, per garantire informazioni affidabili e utili sia ai professionisti del settore che al pubblico generale.
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