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PTSD: Cos’è il disturbo da stress post-traumatico e come affrontarlo

martedì 28 Gennaio 2025

PTSD: Cos’è il disturbo da stress post-traumatico e come affrontarlo

martedì 28 Gennaio 2025

PTSD: significato

Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è una condizione psicologica che può insorgere in seguito a un evento traumatico. Si tratta di una risposta complessa e spesso debilitante che coinvolge sia la sfera emotiva sia quella cognitiva, compromettendo la qualità della vita di chi ne soffre. Comprendere le cause, riconoscere i sintomi e sapere come affrontare la PTSD sono passi fondamentali per promuovere il benessere e favorire un percorso di guarigione.

Che cos’è il disturbo da stress post-traumatico?

Il disturbo da stress post-traumatico è una reazione psicologica intensa e persistente che si manifesta dopo aver vissuto o assistito a un evento percepito come traumatico. Questo può includere situazioni come incidenti gravi, violenze, abusi, disastri naturali o eventi bellici. Non tutte le persone che vivono un trauma sviluppano la PTSD: il disturbo emerge quando le emozioni legate all’evento si protraggono nel tempo, diventando pervasive e disfunzionali. In particolare, questo disturbo si manifesta quando la persona sente che la propria sicurezza e incolumità sono a rischio e nei casi più gravi può sfociare in episodi dissociativi.
Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), il PTSD è caratterizzato da una serie di sintomi distintivi che devono perdurare per almeno un mese e causare un significativo disagio o compromissione nella vita quotidiana.

Quali sono i sintomi del PTSD?

Il PTSD si manifesta attraverso un insieme di sintomi che possono essere suddivisi in quattro categorie principali:

  • Intrusività: il trauma ritorna sotto forma di ricordi o immagini ricorrenti, flashback o incubi. Questi episodi possono sembrare così reali da far rivivere l’esperienza traumatica come se stesse accadendo di nuovo.
  • Evitamento: chi soffre di PTSD tende a evitare persone, luoghi o situazioni che possono ricordare il trauma. Questo comportamento può limitare significativamente la libertà personale e sociale.
  • Alterazioni della cognizione e dell’umore: la persona può sviluppare convinzioni negative su di sé o sul mondo, provare senso di colpa o vergogna, e avere difficoltà a provare emozioni positive.
  • Iperarousal: include sintomi come irritabilità, forte ansia e paura, difficoltà a dormire, ipervigilanza e una reattività eccessiva a stimoli che ricordano l’evento traumatico. Tra i sintomi fisici troviamo battito cardiaco accelerato, rilascio di cortisolo e innalzamento della frequenza respiratoria.

Quali sono le cause del PTSD?

Il PTSD non è semplicemente il risultato di un trauma, ma di un’interazione complessa tra fattori personali, biologici e ambientali. Tra questi troviamo:

  • Intensità e natura del trauma: eventi particolarmente violenti o che coinvolgono una minaccia diretta alla propria vita aumentano il rischio di sviluppare il disturbo.
  • Fattori genetici e biologici: alcune persone hanno una predisposizione biologica a reagire con maggiore intensità agli stress, a causa di alterazioni nel sistema nervoso o nella regolazione ormonale.
  • Supporto sociale: un forte sistema di supporto può fungere da fattore protettivo, mentre l’isolamento o la mancanza di sostegno aumentano la vulnerabilità.
  • Storia personale: esperienze di traumi infantili o una preesistente fragilità psicologica possono amplificare l’impatto di un evento traumatico.

Come affrontare il PTSD?

Affrontare il PTSD richiede un approccio integrato che comprenda sia il sostegno psicologico sia strategie personali per gestire i sintomi.

1. Terapia psicologica
La terapia è uno strumento essenziale per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico. Tra gli approcci più efficaci troviamo:
Terapia cognitivo-comportamentale focalizzata sul trauma (CBT): aiuta a modificare i pensieri negativi legati all’evento traumatico, integrando l’esperienza negativa all’interno del proprio vissuto, senza, però lasciarsi sopraffare da essa. Inoltre aiuta sviluppare nuove strategie di coping per gestire sia l’evento traumatico che le risposte emotive e comportamentali che questo suscita.
EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing): questa tecnica si basa sulla stimolazione bilaterale per aiutare a rielaborare i ricordi traumatici, riducendone l’intensità emotiva. Tramite questa tecnica, i ricordi vengono rielaborati in maniera cosciente e a individuare le emozioni legate al trauma e a depotenziarne l’intensità. E’ stato visto in diversi studi che il cervello è in grado di riorganizzare i ricordi operando anche a livello neuroanatomico.
Terapia psicodinamica: esplora le radici inconsce del trauma, aiutando la persona a elaborare le emozioni e i conflitti sottostanti. Può capitare, con questo tipo di trauma, che alcuni ricordi vengano rimossi perchè troppo difficili o dolorosi da sopportare: attraverso la psicanalisi è possibile esplorare in maniera depotenziata quanto il paziente porta in seduta e analizzarne il contenuto in modo sicuro.

2. Strategie personali
Parallelamente alla terapia, è possibile intraprendere azioni quotidiane per migliorare il proprio stato emotivo:
Praticare tecniche di rilassamento: meditazione, mindfulness e respirazione profonda possono ridurre l’ansia e promuovere un senso di calma. Possono anche essere consigliate delle tecniche di grounding per cercare di stare nel momento presente ed evitare che la mente rimanga bloccata nel ricordo passato.
Creare una routine stabile: una struttura quotidiana aiuta a ritrovare un senso di controllo e ridurre, così, l’ansia.
Cercare supporto: parlare con amici, familiari o gruppi di supporto può alleviare il senso di isolamento e favorire il processo di guarigione. Attraverso il confronto sociale e la condivisione di esperienze, queste vengono già in parte rielaborate e attribuite di senso: tuttavia bisogna stare attenti a evitare la “ritraumatizzazione” (ovvero rievocare il trauma attraverso un nuovo fattore di stress). Per questo, è meglio partecipare a gruppi di supporto guidati da un professionista qualificato, come uno psicologo, che sappia come gestire le emozioni del gruppo e creare un ambiente sicuro per tutti i partecipanti.
Attività fisica regolare: l’esercizio fisico può aiutare a ridurre i livelli di stress e migliorare l’umore grazie al rilascio di endorfine.

3. Evitare comportamenti disfunzionali
Alcune persone cercano di far fronte ai sintomi della PTSD attraverso l’uso di alcol o sostanze, comportamenti che possono peggiorare il disagio psicologico. È importante riconoscere questi rischi e cercare aiuto per sviluppare strategie più salutari. Inoltre l’uso di queste sostanze può peggiorare i sintomi ansiosi, creare paranoie e far rivivere l’evento traumatico.

Conclusione

Il disturbo da stress post-traumatico è una condizione complessa ma trattabile. Riconoscere i sintomi e chiedere aiuto rappresentano i primi passi verso il recupero. Con il giusto supporto psicologico, la comprensione delle proprie emozioni e una rete di sostegno solida, è possibile superare l’impatto del trauma e ritrovare un equilibrio. Se pensi di soffrire di PTSD, non esitare a contattare uno psicologo o uno psicoterapeuta per iniziare il tuo percorso di guarigione.

Contenuto a cura di:

Ufficio editoriale

L'Ufficio Editoriale di ilmiopsi è composto da un team multidisciplinare di psicologi, psicoterapeuti e professionisti della comunicazione, impegnati nella scrittura e revisione clinica di contenuti dedicati alla psicologia e alla salute mentale. Ogni articolo è sviluppato con un approccio scientifico, accurato e accessibile, per garantire informazioni affidabili e utili sia ai professionisti del settore che al pubblico generale.

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