Disturbi neurocognitivi: cos’è il disturbo neurocognitivo maggiore e come gestirlo
Disturbi neurocognitivi: significato
I disturbi neurocognitivi comprendono una vasta gamma di condizioni che influenzano le funzioni cognitive, come memoria, linguaggio, attenzione, ragionamento e capacità di eseguire attività quotidiane. Si tratta di disturbi acquisiti che, a differenza di quelli di sviluppo, emergono in seguito a danni o deterioramento delle funzioni cerebrali. Tra questi, il disturbo neurocognitivo maggiore è uno dei più gravi e impattanti, associato a un significativo declino delle capacità cognitive che compromette la capacità di vivere in modo indipendente. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta, quali sono i sintomi e come affrontarlo.
Che cosa sono i disturbi neurocognitivi?
I disturbi neurocognitivi sono condizioni che causano un deterioramento delle funzioni cognitive rispetto al normale funzionamento precedente e che possono impattare in modo significativo sulle attività quotidiane. Possono manifestarsi in vari gradi di gravità, che vanno dal declino lieve (disturbo neurocognitivo lieve) al declino più marcato e debilitante (disturbo neurocognitivo maggiore). Diversamente dai precedenti, il delirium, rappresenta una forma di disturbo neurocognitivo acuto e fluttuante, temporaneo e dall’insorgenza improvvisa. Le cause alla base di questi disturbi possono essere diverse, come malattie neurodegenerative (es. Alzheimer), eventi traumatici, malattie cerebrovascolari o infezioni che colpiscono il cervello.
Che cos’è il disturbo neurocognitivo maggiore?
Il disturbo neurocognitivo maggiore, precedentemente noto come “demenza”, è caratterizzato da un marcato declino delle funzioni cognitive che influenza l’autonomia della persona nelle attività quotidiane. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) specifica che, per fare diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore, il declino cognitivo deve essere tale da interferire con l’indipendenza del soggetto, richiedendo assistenza per le attività quotidiane.
Principali cause del disturbo neurocognitivo maggiore:
- Malattia di Alzheimer: La forma più comune di disturbo neurocognitivo maggiore, caratterizzata da un decorso cronico e un declino progressivo della memoria e di altre funzioni cognitive, tra cui il ragionamento ed il linguaggio.
- Demenza vascolare: Implica una perdita della funzione mentale causata da danni ai vasi sanguigni nel cervello, che possono derivare da ictus o altri problemi vascolari.
- Demenza frontotemporale: Colpisce principalmente il lobo frontale e, talvolta, temporale del cervello, ovvero le aree associate al comportamento, alla personalità e al linguaggio.
- Disturbi neurocognitivi correlati al morbo di Parkinson o alla malattia di Huntington: Condizioni neurodegenerative con decorso progressivo che influenzano il funzionamento motorio e cognitivo e caratterizzate da molteplici sintomi.
- Infezioni cerebrali o traumi cranici: Lesioni o infezioni che colpiscono il cervello e che possono portare a un declino neurocognitivo.
Sintomi dei disturbi neurocognitivi maggiori
I sintomi del disturbo neurocognitivo maggiore variano a seconda della causa sottostante, ma ci sono alcune manifestazioni comuni che includono:
- Perdita di memoria: Difficoltà a ricordare eventi recenti o passati, dimenticanza di appuntamenti o nomi, disorientamento temporale e spaziale.
- Difficoltà linguistiche: Difficoltà a trovare le parole, problemi a comprendere o seguire una conversazione.
- Problemi di attenzione e concentrazione: Ridotta capacità di mantenere l’attenzione o di focalizzarsi su un’attività specifica.
- Compromissione delle capacità esecutive: Difficoltà a pianificare, organizzare e risolvere problemi, che si riflette nella gestione delle attività quotidiane.
- Cambiamenti di personalità o comportamento: Irritabilità, apatia, depressione, comportamenti impulsivi o inappropriati.
- Problemi motori o percettivi: In alcune forme di disturbo neurocognitivo maggiore, possono comparire tremori, rigidità o difficoltà motorie.
Come gestire il disturbo neurocognitivo maggiore
Gestire il disturbo neurocognitivo maggiore richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato che tenga conto delle esigenze specifiche del paziente e dei caregiver. Ecco alcune strategie utili:
1. Trattamenti farmacologici
Farmaci per migliorare i sintomi cognitivi: Alcuni farmaci, come gli inibitori della colinesterasi (es. donepezil) o la memantina, possono aiutare a rallentare il declino cognitivo nei pazienti con malattia di Alzheimer.
Farmaci per i sintomi comportamentali e psicologici: Nei casi in cui vi siano agitazione, ansia o depressione, il medico può prescrivere farmaci specifici per alleviare i sintomi.
2. Terapia cognitiva e stimolazione
Stimolazione cognitiva: Programmi di esercizi mirati a mantenere le capacità cognitive residue attraverso attività di memoria, ragionamento, linguaggio e orientamento nel tempo e nello spazio.
Training cognitivo: Processo di stimolazione rivolto a funzioni cognitive specifiche che comprende l’utilizzo di esercizi standardizzati, proposti secondo i principi di gradualità, ripetizione e plasticità cerebrale.
Terapia occupazionale: Processo riabilitativo che vede i pazienti coinvolti nello svolgimento di molteplici attività quotidiane. Questo tipo di intervento aiuta a mantenere le abilità funzionali, a sviluppare una maggiore autonomia ed una migliore qualità di vita.
3. Supporto psicologico e formazione per i caregiver
La gestione di una persona con disturbo neurocognitivo maggiore può essere stressante per i familiari e i caregiver. È importante offrire supporto emotivo, formazione e risorse per aiutarli a comprendere meglio la condizione e a prendersi cura del paziente.
4. Creazione di un ambiente sicuro e familiare
Adattamenti ambientali: Ridurre i rischi di cadute, eliminare oggetti pericolosi e organizzare lo spazio in modo chiaro e prevedibile può migliorare la sicurezza e il comfort del paziente.
Routine quotidiane: Creare una routine prevedibile aiuta a ridurre l’ansia e la confusione.
5. Approcci alternativi e supporto sociale
Attività ricreative e sociali: Favorire la partecipazione a gruppi o attività stimolanti può migliorare il benessere e il senso di appartenenza.
Terapie alternative: In alcuni casi, approcci come la musicoterapia o la terapia con animali possono offrire benefici significativi.
Conclusione
Il disturbo neurocognitivo maggiore è una condizione che richiede un intervento tempestivo e un’assistenza mirata per garantire la migliore qualità di vita possibile. Attraverso una diagnosi accurata e un approccio integrato, è possibile gestire i sintomi e supportare le persone colpite, mantenendo al centro la dignità e il benessere.
Contenuto a cura di:
Davide Livio
Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.
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Davide Livio
Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.
Disturbi neurocognitivi: cos’è il disturbo neurocognitivo maggiore e come gestirlo
Disturbi neurocognitivi: significato
I disturbi neurocognitivi comprendono una vasta gamma di condizioni che influenzano le funzioni cognitive, come memoria, linguaggio, attenzione, ragionamento e capacità di eseguire attività quotidiane. Si tratta di disturbi acquisiti che, a differenza di quelli di sviluppo, emergono in seguito a danni o deterioramento delle funzioni cerebrali. Tra questi, il disturbo neurocognitivo maggiore è uno dei più gravi e impattanti, associato a un significativo declino delle capacità cognitive che compromette la capacità di vivere in modo indipendente. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta, quali sono i sintomi e come affrontarlo.
Che cosa sono i disturbi neurocognitivi?
I disturbi neurocognitivi sono condizioni che causano un deterioramento delle funzioni cognitive rispetto al normale funzionamento precedente e che possono impattare in modo significativo sulle attività quotidiane. Possono manifestarsi in vari gradi di gravità, che vanno dal declino lieve (disturbo neurocognitivo lieve) al declino più marcato e debilitante (disturbo neurocognitivo maggiore). Diversamente dai precedenti, il delirium, rappresenta una forma di disturbo neurocognitivo acuto e fluttuante, temporaneo e dall’insorgenza improvvisa. Le cause alla base di questi disturbi possono essere diverse, come malattie neurodegenerative (es. Alzheimer), eventi traumatici, malattie cerebrovascolari o infezioni che colpiscono il cervello.
Che cos’è il disturbo neurocognitivo maggiore?
Il disturbo neurocognitivo maggiore, precedentemente noto come “demenza”, è caratterizzato da un marcato declino delle funzioni cognitive che influenza l’autonomia della persona nelle attività quotidiane. Il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) specifica che, per fare diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore, il declino cognitivo deve essere tale da interferire con l’indipendenza del soggetto, richiedendo assistenza per le attività quotidiane.
Principali cause del disturbo neurocognitivo maggiore:
- Malattia di Alzheimer: La forma più comune di disturbo neurocognitivo maggiore, caratterizzata da un decorso cronico e un declino progressivo della memoria e di altre funzioni cognitive, tra cui il ragionamento ed il linguaggio.
- Demenza vascolare: Implica una perdita della funzione mentale causata da danni ai vasi sanguigni nel cervello, che possono derivare da ictus o altri problemi vascolari.
- Demenza frontotemporale: Colpisce principalmente il lobo frontale e, talvolta, temporale del cervello, ovvero le aree associate al comportamento, alla personalità e al linguaggio.
- Disturbi neurocognitivi correlati al morbo di Parkinson o alla malattia di Huntington: Condizioni neurodegenerative con decorso progressivo che influenzano il funzionamento motorio e cognitivo e caratterizzate da molteplici sintomi.
- Infezioni cerebrali o traumi cranici: Lesioni o infezioni che colpiscono il cervello e che possono portare a un declino neurocognitivo.
Sintomi dei disturbi neurocognitivi maggiori
I sintomi del disturbo neurocognitivo maggiore variano a seconda della causa sottostante, ma ci sono alcune manifestazioni comuni che includono:
- Perdita di memoria: Difficoltà a ricordare eventi recenti o passati, dimenticanza di appuntamenti o nomi, disorientamento temporale e spaziale.
- Difficoltà linguistiche: Difficoltà a trovare le parole, problemi a comprendere o seguire una conversazione.
- Problemi di attenzione e concentrazione: Ridotta capacità di mantenere l’attenzione o di focalizzarsi su un’attività specifica.
- Compromissione delle capacità esecutive: Difficoltà a pianificare, organizzare e risolvere problemi, che si riflette nella gestione delle attività quotidiane.
- Cambiamenti di personalità o comportamento: Irritabilità, apatia, depressione, comportamenti impulsivi o inappropriati.
- Problemi motori o percettivi: In alcune forme di disturbo neurocognitivo maggiore, possono comparire tremori, rigidità o difficoltà motorie.
Come gestire il disturbo neurocognitivo maggiore
Gestire il disturbo neurocognitivo maggiore richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato che tenga conto delle esigenze specifiche del paziente e dei caregiver. Ecco alcune strategie utili:
1. Trattamenti farmacologici
Farmaci per migliorare i sintomi cognitivi: Alcuni farmaci, come gli inibitori della colinesterasi (es. donepezil) o la memantina, possono aiutare a rallentare il declino cognitivo nei pazienti con malattia di Alzheimer.
Farmaci per i sintomi comportamentali e psicologici: Nei casi in cui vi siano agitazione, ansia o depressione, il medico può prescrivere farmaci specifici per alleviare i sintomi.
2. Terapia cognitiva e stimolazione
Stimolazione cognitiva: Programmi di esercizi mirati a mantenere le capacità cognitive residue attraverso attività di memoria, ragionamento, linguaggio e orientamento nel tempo e nello spazio.
Training cognitivo: Processo di stimolazione rivolto a funzioni cognitive specifiche che comprende l’utilizzo di esercizi standardizzati, proposti secondo i principi di gradualità, ripetizione e plasticità cerebrale.
Terapia occupazionale: Processo riabilitativo che vede i pazienti coinvolti nello svolgimento di molteplici attività quotidiane. Questo tipo di intervento aiuta a mantenere le abilità funzionali, a sviluppare una maggiore autonomia ed una migliore qualità di vita.
3. Supporto psicologico e formazione per i caregiver
La gestione di una persona con disturbo neurocognitivo maggiore può essere stressante per i familiari e i caregiver. È importante offrire supporto emotivo, formazione e risorse per aiutarli a comprendere meglio la condizione e a prendersi cura del paziente.
4. Creazione di un ambiente sicuro e familiare
Adattamenti ambientali: Ridurre i rischi di cadute, eliminare oggetti pericolosi e organizzare lo spazio in modo chiaro e prevedibile può migliorare la sicurezza e il comfort del paziente.
Routine quotidiane: Creare una routine prevedibile aiuta a ridurre l’ansia e la confusione.
5. Approcci alternativi e supporto sociale
Attività ricreative e sociali: Favorire la partecipazione a gruppi o attività stimolanti può migliorare il benessere e il senso di appartenenza.
Terapie alternative: In alcuni casi, approcci come la musicoterapia o la terapia con animali possono offrire benefici significativi.
Conclusione
Il disturbo neurocognitivo maggiore è una condizione che richiede un intervento tempestivo e un’assistenza mirata per garantire la migliore qualità di vita possibile. Attraverso una diagnosi accurata e un approccio integrato, è possibile gestire i sintomi e supportare le persone colpite, mantenendo al centro la dignità e il benessere.
Contenuto a cura di:
Davide Livio
Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.