Genitorialità in adolescenza
Introduzione
Affrontare la genitorialità durante l’adolescenza non è una questione facile: infatti l’adolescenza viene sempre visto, sia dai genitori che dai figli, come un momento critico, di scontro e rottura, ma anche di libertà e indipendenza.
Spesso i genitori potrebbero porsi domande su come riuscire a comunicare apertamente con il proprio figlio o gestire i suoi cambiamenti di umore.
L’adolescenza
L’adolescenza può essere considerata tra i periodi più complessi e turbolenti dell’arco di vita: l’inizio lo si fa ricorrere dai 13 anni fino ai 19-20 anni. L’adolescenza è caratterizzata da intensità e irregolarità nello sviluppo del corpo e un cambiamento delle strutture mentali e del cervello.
Questo stadio di sviluppo risulta essere fondamentale per lo sviluppo della propria identità e senso di sè e del ruolo che si vuole assumere.
Il senso di sè comprende diverse dimensioni:
- Autostima: valutazione complessiva che l’individuo fa di sè stesso, e del proprio valore.
- Autoefficacia: le credenze individuali riguardo alla propria capacità di portare a termine un compito o raggiungere un risultato.
- Immagine di sè: le percezione che le perone hanno riguardo al proprio aspetto fisico e immagine corporea.
- Consapevolezza di sè: la conoscenza e comprensione dei propri pensieri, sentimenti, emozioni e motivazioni.
Durante il periodo adolescenziale, avviene quella che si chiama “esplorazione del sè”: ovvero, la ricerca di risposte alle domande fondamentali come “Chi sono io?” e “Cosa voglio diventare?”. Tramite la sperimentazione di diversi ruoli, interessi e attività, gli adolescenti cercano di dare una risposta soddisfacente a queste domande, sviluppando una visione più chiara dei propri valori, credenze e obiettivi.
Lo sviluppo di un senso di sè coerente è essenziale per il benessere dell’adolescente e la sua capacità di navigare in modo efficace negli ambienti sociali.
Uno dei compiti fondamentali che l’adolescente deve affrontare riguarda la capacità di conciliare la propria individualità con le aspettative e i valori della famiglia, dei pari e della società, cercando un equilibrio.
I genitori
La fase di esplorazione del sè è molto delicata e gli adolescenti potrebbero aver bisogno di un supporto: è importante che ci siano delle occasioni di auto-riflessione, esplorazione e presa di decisione. Gli adolescenti dovrebbero essere incoraggianti a esaminare in modo critico le proprie credenze, valori e interessi. Le figure di supporto, come genitori ed educatori, possono aiutare i ragazzi con momenti di confronto senza giudizio, permettendogli non solo di esprimere i propri pensieri, preoccupazioni e aspirazioni, ma anche con guida e supporto durante le fasi di sviluppo e consolidamento della propria identità. Inoltre, per favorire lo sviluppo dell’identità negli adolescenti, i genitori e gli educatori possono promuovere e favorire un’atmosfera di accettazione, apertura mentale e curiosità, incoraggiando i ragazzi a intraprendere attività che si allineino con i loro valori, esplorare interessi differenti e riflettere sull’esperienza.
Lo psicologo
La terapia che si svolge con gli adolescenti spesso si basa sulla relazione terapeutica: i ragazzi hanno spesso il bisogno di percepire che il proprio terapeuta li capisce e che sarà una fonte di supporto. Validare la logica e le giustificazioni del comportamento degli adolescenti, per quanto errati o maladattivi, offre un modo per costruire delle basi solide per il rapporto terapeutico.
Come detto precedentemente, l’adolescenza può essere un momento difficile e di transizione: il terapeuta può fornire un ambiente sicuro e confidenziale in cui l’adolescente può esprimere le proprie emozioni e sentimenti senza essere giudicato, aiutandolo a sviluppare delle strategie per gestire e fronteggiare eventuali emozioni e pensieri negativi.
Il coinvolgimento e la cooperazione dei genitori all’interno della terapia, sia come partecipanti attivi che in ruoli di supporto, può essere una risorsa fondamentale per il coinvolgimento dell’adolescente all’interno del percorso terapeutico. Potrebbe essere utile, lavorando con gli adolescenti e le loro famiglie, iniziare attenuando le questioni emotive intense, riducendo la spiacevolezza delle sedute.
La terapia familiare può giocare un ruolo fondamentale per migliorare la comunicazione all’interno della famiglia: i conflitti tra i genitori e i figli potrebbero derivare da incomprensioni e aspettative non esplicitate. Il terapeuta supporta i membri nell’esprimersi e aprirsi gli uni con gli altri, aiutandoli a comprendere le prospettive altrui. La condivisione può favorire empatia e cooperazione rinforzando i legami tra i membri.
Il terapeuta aiuta anche nella gestione dei conflitti, utilizzando tecniche come il role-play, per identificare quali sono gli eventi che fanno scatenare il conflitto stesso e sviluppando strategie per risolverlo.
Inoltre, il professionista può aiutare l’adolescente nella transizione alla vita adulta: un esempio potrebbe essere un supporto nelle scelte di carriera, sia accademica che lavorativa, sia nella gestione della pressione che queste possono suscitare.
Molti studi riportano come i diversi stili parentali possano avere un impatto sullo sviluppo del senso di sè dell’adolescente: per esempio uno stile autorevole, in cui i genitori forniscono guida, cura e supporto, ma contemporaneamente stabiliscono aspettative e confini chiari, risulta avere un impatto positivo sullo sviluppo del senso di identità di sè. Tendenzialmente, adolescenti che crescono in ambienti autoritari, hanno un’autostima più alta, una migliore comprensione di sè.
Al contrario, uno stile trascurante, ovvero che forniscono pochissima guida e supporto e mostrano poco coinvolgimento nella vita dei propri figli, ha un impatto negativo sullo sviluppo del senso d’identità: i ragazzi potrebbero sperimentare sentimenti di abbandono, scarso valore di sè e autostima e difficoltà nel formare un senso di sè coerente.
Bibliografia
“Noi siamo infinito”: Autore: Stephen Chbosky, 2013
“Il genitore consapevole. Guida pratica per sostenere i figli nella crescita”: Shefali Tsabary
“La solitudine dei numeri primi”: Paolo Giordano, 2010
Diamond, G. S., Siqueland, L., & Diamond, G. M. (2003). Attachment-based family therapy for depressed adolescents: A treatment development study.
Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 42(3), 147-153.
Ikromova Sitora Akbarovna. (2023). NEGATIVE AND POSITIVE CHANGES IN ADOLESCENT BEHAVIOR.
Oetzel, K.B., & Scherer, D.G. (2003). Therapeutic Engagement With Adolescents in Psychotherapy. Psychotherapy, 40, 215-225.
Zhang, Y., & Qin, P. (2023). Comprehensive Review: Understanding Adolescent Identity. Studies in Psychological Science.
Contenuto a cura di:
Davide Livio
Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.
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Davide Livio
Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.
Genitorialità in adolescenza
Introduzione
Affrontare la genitorialità durante l’adolescenza non è una questione facile: infatti l’adolescenza viene sempre visto, sia dai genitori che dai figli, come un momento critico, di scontro e rottura, ma anche di libertà e indipendenza.
Spesso i genitori potrebbero porsi domande su come riuscire a comunicare apertamente con il proprio figlio o gestire i suoi cambiamenti di umore.
L’adolescenza
L’adolescenza può essere considerata tra i periodi più complessi e turbolenti dell’arco di vita: l’inizio lo si fa ricorrere dai 13 anni fino ai 19-20 anni. L’adolescenza è caratterizzata da intensità e irregolarità nello sviluppo del corpo e un cambiamento delle strutture mentali e del cervello.
Questo stadio di sviluppo risulta essere fondamentale per lo sviluppo della propria identità e senso di sè e del ruolo che si vuole assumere.
Il senso di sè comprende diverse dimensioni:
- Autostima: valutazione complessiva che l’individuo fa di sè stesso, e del proprio valore.
- Autoefficacia: le credenze individuali riguardo alla propria capacità di portare a termine un compito o raggiungere un risultato.
- Immagine di sè: le percezione che le perone hanno riguardo al proprio aspetto fisico e immagine corporea.
- Consapevolezza di sè: la conoscenza e comprensione dei propri pensieri, sentimenti, emozioni e motivazioni.
Durante il periodo adolescenziale, avviene quella che si chiama “esplorazione del sè”: ovvero, la ricerca di risposte alle domande fondamentali come “Chi sono io?” e “Cosa voglio diventare?”. Tramite la sperimentazione di diversi ruoli, interessi e attività, gli adolescenti cercano di dare una risposta soddisfacente a queste domande, sviluppando una visione più chiara dei propri valori, credenze e obiettivi.
Lo sviluppo di un senso di sè coerente è essenziale per il benessere dell’adolescente e la sua capacità di navigare in modo efficace negli ambienti sociali.
Uno dei compiti fondamentali che l’adolescente deve affrontare riguarda la capacità di conciliare la propria individualità con le aspettative e i valori della famiglia, dei pari e della società, cercando un equilibrio.
I genitori
La fase di esplorazione del sè è molto delicata e gli adolescenti potrebbero aver bisogno di un supporto: è importante che ci siano delle occasioni di auto-riflessione, esplorazione e presa di decisione. Gli adolescenti dovrebbero essere incoraggianti a esaminare in modo critico le proprie credenze, valori e interessi. Le figure di supporto, come genitori ed educatori, possono aiutare i ragazzi con momenti di confronto senza giudizio, permettendogli non solo di esprimere i propri pensieri, preoccupazioni e aspirazioni, ma anche con guida e supporto durante le fasi di sviluppo e consolidamento della propria identità. Inoltre, per favorire lo sviluppo dell’identità negli adolescenti, i genitori e gli educatori possono promuovere e favorire un’atmosfera di accettazione, apertura mentale e curiosità, incoraggiando i ragazzi a intraprendere attività che si allineino con i loro valori, esplorare interessi differenti e riflettere sull’esperienza.
Lo psicologo
La terapia che si svolge con gli adolescenti spesso si basa sulla relazione terapeutica: i ragazzi hanno spesso il bisogno di percepire che il proprio terapeuta li capisce e che sarà una fonte di supporto. Validare la logica e le giustificazioni del comportamento degli adolescenti, per quanto errati o maladattivi, offre un modo per costruire delle basi solide per il rapporto terapeutico.
Come detto precedentemente, l’adolescenza può essere un momento difficile e di transizione: il terapeuta può fornire un ambiente sicuro e confidenziale in cui l’adolescente può esprimere le proprie emozioni e sentimenti senza essere giudicato, aiutandolo a sviluppare delle strategie per gestire e fronteggiare eventuali emozioni e pensieri negativi.
Il coinvolgimento e la cooperazione dei genitori all’interno della terapia, sia come partecipanti attivi che in ruoli di supporto, può essere una risorsa fondamentale per il coinvolgimento dell’adolescente all’interno del percorso terapeutico. Potrebbe essere utile, lavorando con gli adolescenti e le loro famiglie, iniziare attenuando le questioni emotive intense, riducendo la spiacevolezza delle sedute.
La terapia familiare può giocare un ruolo fondamentale per migliorare la comunicazione all’interno della famiglia: i conflitti tra i genitori e i figli potrebbero derivare da incomprensioni e aspettative non esplicitate. Il terapeuta supporta i membri nell’esprimersi e aprirsi gli uni con gli altri, aiutandoli a comprendere le prospettive altrui. La condivisione può favorire empatia e cooperazione rinforzando i legami tra i membri.
Il terapeuta aiuta anche nella gestione dei conflitti, utilizzando tecniche come il role-play, per identificare quali sono gli eventi che fanno scatenare il conflitto stesso e sviluppando strategie per risolverlo.
Inoltre, il professionista può aiutare l’adolescente nella transizione alla vita adulta: un esempio potrebbe essere un supporto nelle scelte di carriera, sia accademica che lavorativa, sia nella gestione della pressione che queste possono suscitare.
Molti studi riportano come i diversi stili parentali possano avere un impatto sullo sviluppo del senso di sè dell’adolescente: per esempio uno stile autorevole, in cui i genitori forniscono guida, cura e supporto, ma contemporaneamente stabiliscono aspettative e confini chiari, risulta avere un impatto positivo sullo sviluppo del senso di identità di sè. Tendenzialmente, adolescenti che crescono in ambienti autoritari, hanno un’autostima più alta, una migliore comprensione di sè.
Al contrario, uno stile trascurante, ovvero che forniscono pochissima guida e supporto e mostrano poco coinvolgimento nella vita dei propri figli, ha un impatto negativo sullo sviluppo del senso d’identità: i ragazzi potrebbero sperimentare sentimenti di abbandono, scarso valore di sè e autostima e difficoltà nel formare un senso di sè coerente.
Bibliografia
“Noi siamo infinito”: Autore: Stephen Chbosky, 2013
“Il genitore consapevole. Guida pratica per sostenere i figli nella crescita”: Shefali Tsabary
“La solitudine dei numeri primi”: Paolo Giordano, 2010
Diamond, G. S., Siqueland, L., & Diamond, G. M. (2003). Attachment-based family therapy for depressed adolescents: A treatment development study.
Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 42(3), 147-153.
Ikromova Sitora Akbarovna. (2023). NEGATIVE AND POSITIVE CHANGES IN ADOLESCENT BEHAVIOR.
Oetzel, K.B., & Scherer, D.G. (2003). Therapeutic Engagement With Adolescents in Psychotherapy. Psychotherapy, 40, 215-225.
Zhang, Y., & Qin, P. (2023). Comprehensive Review: Understanding Adolescent Identity. Studies in Psychological Science.
Contenuto a cura di:
Davide Livio
Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.