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Narcisismo: cos’è, come riconoscerlo e quali sono gli impatti nelle relazioni personali

lunedì 2 Dicembre 2024

Narcisismo: significato

Il termine narcisismo è spesso utilizzato per descrivere atteggiamenti egocentrici, ma il suo significato psicologico è molto più complesso. Comprendere cosa si intende per narcisismo, saperlo distinguere nelle sue forme sane e patologiche, e analizzare come influisce sulle relazioni personali, può aiutare a costruire una consapevolezza maggiore delle dinamiche relazionali.

Che cos’è il narcisismo?

Il narcisismo, noto anche come narcisismo primario, dal punto di vista psicologico, si riferisce a un investimento affettivo su di sé, un processo che si sviluppa già nelle prime fasi della vita. Freud lo descrisse come un fenomeno naturale e necessario per la costruzione del Sé: un bambino, nei primi anni, deve infatti sperimentare un certo grado di attenzione su di sé per costruire un’identità stabile.
Tuttavia, quando il narcisismo primario non viene sufficientemente soddisfatto si genera nel bambino una ferita profonda che potrebbe portarlo a investire nelle relazioni interpersonali in maniera disfunzionale. Se questa modalità diviene strutturale può portare all’insorgenza di un disturbo della personalità, noto come disturbo narcisistico di personalità (DSM-5). Questa condizione è caratterizzata da un senso di grandiosità, una costante ricerca di ammirazione e una marcata mancanza di empatia verso gli altri.

Narcisismo sano e narcisismo patologico

  • Il narcisismo sano è una forma di amore per se stessi che permette di avere fiducia nelle proprie capacità e di stabilire relazioni equilibrate. È una base necessaria per il benessere psicologico.
  • Il narcisismo patologico, invece, si manifesta quando l’autostima si basa esclusivamente sul riconoscimento esterno, rendendo l’individuo dipendente dall’approvazione altrui. Questo tipo di narcisismo può portare a comportamenti manipolatori o di svalutazione degli altri, compromettendo gravemente la qualità delle relazioni.

Segnali per riconoscere il narcisismo

Riconoscere un comportamento narcisistico, soprattutto in contesti relazionali, può essere complesso. Alcuni segnali indicativi includono:

  • Eccessivo bisogno di attenzione: la persona narcisista tende a monopolizzare la conversazione o a cercare costantemente conferme del proprio valore.
  • Svalutazione degli altri: la necessità di sentirsi superiori può portare a criticare o ridicolizzare chiunque metta in dubbio il loro status.
  • Mancanza di empatia: una difficoltà a comprendere e rispondere emotivamente ai bisogni altrui.
  • Senso di grandiosità: una percezione esagerata delle proprie capacità o della propria importanza, spesso non supportata dalla realtà.
    Tuttavia, è importante distinguere tra comportamenti occasionali e tratti persistenti che configurano un vero e proprio disturbo della personalità.

Come il narcisismo influenza le relazioni

Il narcisismo patologico può avere un impatto significativo sulle relazioni personali, soprattutto in ambito familiare, amicale e sentimentale.

  • Relazioni sentimentali
    Nelle relazioni amorose, il narcisismo può creare un ciclo di idealizzazione e svalutazione. Inizialmente, il partner narcisista può mostrarsi affascinante e attento, salvo poi manifestare comportamenti freddi e distaccati una volta ottenuta l’ammirazione desiderata. Questa dinamica può lasciare l’altro partner in uno stato di insicurezza e frustrazione.
  • Rapporti familiari
    Il narcisismo spesso si radica in dinamiche familiari disfunzionali. Un genitore narcisista, ad esempio, può trascurare i bisogni emotivi del figlio, cercando invece di soddisfare i propri bisogni di ammirazione o controllo. Questo può generare difficoltà nello sviluppo dell’autostima e dell’autonomia nei figli.
  • Amicizie
    Anche in ambito amicale, una persona con tratti narcisistici può risultare manipolativa o egocentrica, portando a relazioni poco equilibrate, in cui l’amico viene percepito più come uno “specchio” che come una persona indipendente.
  • Come gestire il narcisismo nelle relazioni
    Se ci si trova in una relazione con una persona narcisista, è fondamentale stabilire dei limiti chiari e lavorare sulla propria autostima per evitare che si arrivi a vivere la cosiddetta “relazione tossica“. Può essere utile ricorrere al supporto di un terapeuta, che aiuti a comprendere le dinamiche relazionali e a sviluppare strategie per preservare il proprio benessere emotivo.

Conclusione

Il narcisismo è un fenomeno complesso che va ben oltre l’idea comune di “vanità”. Comprendere le sue sfumature, riconoscerne i segnali e gestire le sue implicazioni relazionali può fare la differenza per costruire rapporti sani ed equilibrati.

Contenuto a cura di:

Davide Livio

Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.

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Davide Livio

Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.

Narcisismo: cos’è, come riconoscerlo e quali sono gli impatti nelle relazioni personali

lunedì 2 Dicembre 2024

Narcisismo: significato

Il termine narcisismo è spesso utilizzato per descrivere atteggiamenti egocentrici, ma il suo significato psicologico è molto più complesso. Comprendere cosa si intende per narcisismo, saperlo distinguere nelle sue forme sane e patologiche, e analizzare come influisce sulle relazioni personali, può aiutare a costruire una consapevolezza maggiore delle dinamiche relazionali.

Che cos’è il narcisismo?

Il narcisismo, noto anche come narcisismo primario, dal punto di vista psicologico, si riferisce a un investimento affettivo su di sé, un processo che si sviluppa già nelle prime fasi della vita. Freud lo descrisse come un fenomeno naturale e necessario per la costruzione del Sé: un bambino, nei primi anni, deve infatti sperimentare un certo grado di attenzione su di sé per costruire un’identità stabile.
Tuttavia, quando il narcisismo primario non viene sufficientemente soddisfatto si genera nel bambino una ferita profonda che potrebbe portarlo a investire nelle relazioni interpersonali in maniera disfunzionale. Se questa modalità diviene strutturale può portare all’insorgenza di un disturbo della personalità, noto come disturbo narcisistico di personalità (DSM-5). Questa condizione è caratterizzata da un senso di grandiosità, una costante ricerca di ammirazione e una marcata mancanza di empatia verso gli altri.

Narcisismo sano e narcisismo patologico

  • Il narcisismo sano è una forma di amore per se stessi che permette di avere fiducia nelle proprie capacità e di stabilire relazioni equilibrate. È una base necessaria per il benessere psicologico.
  • Il narcisismo patologico, invece, si manifesta quando l’autostima si basa esclusivamente sul riconoscimento esterno, rendendo l’individuo dipendente dall’approvazione altrui. Questo tipo di narcisismo può portare a comportamenti manipolatori o di svalutazione degli altri, compromettendo gravemente la qualità delle relazioni.

Segnali per riconoscere il narcisismo

Riconoscere un comportamento narcisistico, soprattutto in contesti relazionali, può essere complesso. Alcuni segnali indicativi includono:

  • Eccessivo bisogno di attenzione: la persona narcisista tende a monopolizzare la conversazione o a cercare costantemente conferme del proprio valore.
  • Svalutazione degli altri: la necessità di sentirsi superiori può portare a criticare o ridicolizzare chiunque metta in dubbio il loro status.
  • Mancanza di empatia: una difficoltà a comprendere e rispondere emotivamente ai bisogni altrui.
  • Senso di grandiosità: una percezione esagerata delle proprie capacità o della propria importanza, spesso non supportata dalla realtà.
    Tuttavia, è importante distinguere tra comportamenti occasionali e tratti persistenti che configurano un vero e proprio disturbo della personalità.

Come il narcisismo influenza le relazioni

Il narcisismo patologico può avere un impatto significativo sulle relazioni personali, soprattutto in ambito familiare, amicale e sentimentale.

  • Relazioni sentimentali
    Nelle relazioni amorose, il narcisismo può creare un ciclo di idealizzazione e svalutazione. Inizialmente, il partner narcisista può mostrarsi affascinante e attento, salvo poi manifestare comportamenti freddi e distaccati una volta ottenuta l’ammirazione desiderata. Questa dinamica può lasciare l’altro partner in uno stato di insicurezza e frustrazione.
  • Rapporti familiari
    Il narcisismo spesso si radica in dinamiche familiari disfunzionali. Un genitore narcisista, ad esempio, può trascurare i bisogni emotivi del figlio, cercando invece di soddisfare i propri bisogni di ammirazione o controllo. Questo può generare difficoltà nello sviluppo dell’autostima e dell’autonomia nei figli.
  • Amicizie
    Anche in ambito amicale, una persona con tratti narcisistici può risultare manipolativa o egocentrica, portando a relazioni poco equilibrate, in cui l’amico viene percepito più come uno “specchio” che come una persona indipendente.
  • Come gestire il narcisismo nelle relazioni
    Se ci si trova in una relazione con una persona narcisista, è fondamentale stabilire dei limiti chiari e lavorare sulla propria autostima per evitare che si arrivi a vivere la cosiddetta “relazione tossica“. Può essere utile ricorrere al supporto di un terapeuta, che aiuti a comprendere le dinamiche relazionali e a sviluppare strategie per preservare il proprio benessere emotivo.

Conclusione

Il narcisismo è un fenomeno complesso che va ben oltre l’idea comune di “vanità”. Comprendere le sue sfumature, riconoscerne i segnali e gestire le sue implicazioni relazionali può fare la differenza per costruire rapporti sani ed equilibrati.

Contenuto a cura di:

Davide Livio

Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.