Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità: prospettiva clinica e terapeutica
Secondo il DSM-5, per una diagnosi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità DOCP devono essere presenti almeno quattro dei seguenti criteri:...
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Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni, compulsioni o entrambe. Le ossessioni sono fenomeni psicopatologici che si manifestano come pensieri, immagini, impulsi o rappresentazioni mentali egodistoniche, non volute, fisse e persistenti, accompagnata da un vissuto ansiogeno. Le compulsioni, invece si identificano come comportamenti o azioni mentali egodistonici, ripetitivi e reiterati, che il paziente sente non poter fare a meno di mettere in atto.
Secondo il DSM-V, le ossessioni e le compulsioni fanno spendere al soggetto una quantità di tempo significativa (solitamente più di un’ora al giorno) e causano una sensazione di angoscia.
Questa patologia influisce in maniera significativa sia sulla vita del soggetto che ne soffre, ma anche su quelle delle persone a lui circostanti.
I sintomi principali sono:
Secondo il DSM-V le ossessioni e le compulsioni devono occupare almeno un’ora al giorno e interferire in maniera significativa con le attività e il funzionamento globale nel quotidiano dell’individuo che ne soffre.
Le cause di questo disturbo non sono ancora ben chiare, ma si ritiene che questa patologia sia la combinazione di fattori genetici, biologici e ambientali.
Alcune ricerche hanno suggerito come una predisposizione genetica possa avere origine da una componente ereditaria. Da un punto di vista neurobiologico, alcuni studi evidenziano come delle anomalie in alcuni sottosistemi cerebrali responsabili della regolazione delle risposte emotive e regolazione degli impulsi possano essere coinvolte in questo tipo di disturbi.
Per quanto riguarda invece lo stimolo ambientale, evidenze scientifiche mostrano come esperienze di vita stressanti, vissuti traumatici e alcuni tratti di personalità (come la tendenza al perfezionismo e la rigidità mentale) possano contribuire allo sviluppo del DOC.
Tra gli esempi più comuni troviamo:
Per il trattamento di questo disturbo, possono essere usati diversi tipi di approcci:
In primis troviamo l’approccio farmacologico. Solitamente vengono consigliati farmaci inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) per ridurre la sintomatologia, specialmente nei casi più gravi.
A questi si consiglia di affiancare anche un trattamento psicoterapico: solitamente il tipo di terapia indicato è di natura cognitivo-comportamentale (CBT). Viene, infatti, spesso utilizzata la tecnica dell’Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP): questa tecnica consiste nell’esporre il paziente in modo controllato e graduale a stimoli che scatenano ossessioni o ansie, per poi incoraggiare il soggetto a resistere alla compulsione di eseguire il rituale che normalmente userebbe per ridurre la sensazione ansiogena. In questo modo di permette ai pazienti di sperimentare il disagio causato dall’ossessione e di verificare che l’ansia diminuisca naturalmente nel tempo, senza ricorrere alle compulsioni.
Nel caso in cui la psicoterapia non sia abbastanza efficace si può ricorrere ad altri interventi: tra questi troviamo la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS), che agisce su specifiche aree cerebrali associate al DOC.
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo è una patologia che può risultare invalidante se non adeguatamente trattata, poiché interferisce profondamente con la vita quotidiana di chi ne soffre. Fortunatamente, con un trattamento appropriato, la maggior parte dei pazienti può ottenere un significativo miglioramento della qualità della vita. È essenziale, però, che la diagnosi venga effettuata da uno specialista, il quale saprà indirizzare il paziente verso il percorso terapeutico più adatto.