Anoressia
L’anoressia nervosa fa parte della categoria dei disturbi del comportamento alimentare. Questi sono caratterizzati da un persistente disturbo nell’atto di...
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Psicologo clinico, psicoterapeuta e psicodiagnosta, Fabio Cotti ha collaborato con istituti pubblici e privati, tra cui ASST Ovest Milanese, ASST Lariana e Università come Milano-Bicocca e Pavia. Specializzato in psicoterapie psicodinamiche, cognitive e ipnotiche per bambini, adolescenti, adulti e coppie, si occupa anche di psicologia giuridica, in particolare nella valutazione di competenze genitoriali e del danno psichico. È stato Consulente Tecnico d’Ufficio per vari tribunali e autore di contributi in psicologia clinica e testologia.
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono condizioni psicopatologiche complesse che influenzano il comportamento alimentare, le emozioni e l’immagine corporea di chi ne soffre. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione (DSM-5) fornisce criteri chiari per la diagnosi di queste problematiche, che possono manifestarsi in varie forme e avere gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale. Ma cosa comportano questi disturbi e come possiamo riconoscerli? Analizziamone i sintomi, le tipologie e i criteri diagnostici, basandoci sulle linee guida del DSM-5.
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione rappresentano un’ampia gamma di problematiche caratterizzate da un rapporto disfunzionale con il cibo, il peso corporeo e l’immagine corporea. Le persone che ne soffrono possono mostrare comportamenti estremi, come restrizione alimentare, abbuffate compulsive, condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso o esercizio fisico eccessivo, spesso accompagnati da un’eccessiva preoccupazione per il peso e l’aspetto fisico. Questi disturbi non sono solo un problema di alimentazione, ma coinvolgono aspetti psicologici profondi e hanno conseguenze su tutto l’organismo.
Il DSM-5 distingue diverse tipologie di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, ognuna con sintomi specifici e criteri diagnostici definiti. Tra i disturbi dell’alimentazione troviamo:
1. Anoressia nervosa
L’anoressia nervosa è caratterizzata da una restrizione dell’assunzione di calorie che porta a un peso corporeo significativamente basso rispetto all’età, al sesso e allo stato di salute generale. La persona vive un’intensa paura di aumentare di peso e mostra un disturbo nella percezione del proprio corpo. Il DSM-5 distingue due sottotipi:
Restrittivo: la perdita di peso è ottenuta attraverso diete, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
Con abbuffate/purghe: l’individuo si abbuffa o compensa attraverso il vomito autoindotto o l’uso di lassativi e diuretici.
2. Bulimia nervosa
La bulimia nervosa comporta episodi ricorrenti di abbuffate (consumo di una grande quantità di cibo in un breve periodo) accompagnati da una sensazione di perdita di controllo. Per compensare l’abbuffata, la persona adotta comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto, l’uso di lassativi, il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo. Per ricevere una diagnosi, gli episodi devono verificarsi almeno una volta alla settimana per un periodo di tre mesi, tuttavia se il periodo o l’intensità non corrispondono ai criteri diagnostici, è comunque consigliato un consulto psicologico.
3. Disturbo da alimentazione incontrollata (binge-eating disorder)
Caratterizzato da abbuffate ricorrenti senza comportamenti compensatori come nel caso della bulimia. Chi soffre di questo disturbo mangia in modo eccessivo anche quando non è affamato, spesso accompagnato da un senso di colpa o disgusto verso se stesso. Gli episodi devono avvenire almeno una volta a settimana per tre mesi: tuttavia,come detto in precedenza, se il periodo o l’intensità non corrispondono ai criteri diagnostici, è comunque consigliato un consulto psicologico.
Tra i disturbi della nutrizione troviamo:
4. Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID)
Questo disturbo si manifesta con un’evidente difficoltà nell’assunzione di cibo per mancanza di interesse verso il cibo, preoccupazioni per determinate caratteristiche sensoriali degli alimenti o timori legati alle conseguenze dell’alimentazione (ad esempio, paura di soffocare). Non è correlato a una preoccupazione per il peso corporeo, ma può portare a malnutrizione e carenze nutrizionali significative.
5. Pica
La pica comporta il consumo persistente di sostanze non alimentari, come carta, sapone, terra o altri materiali, per un periodo di almeno un mese. Questo comportamento non è appropriato per il livello di sviluppo della persona e può rappresentare un pericolo per la salute.
6. Disturbo da ruminazione
Il disturbo da ruminazione è caratterizzato da rigurgito ripetuto di cibo, che può essere rimasticato, espulso o ingerito nuovamente. Questo comportamento non è attribuibile a condizioni mediche o ad altri disturbi dell’alimentazione. Questo disturbo può avere ripercussioni anche sull’apparato digerente e dentale, per cui è importante saperlo riconoscere e trattare in maniera tempestiva.
Il DSM-5 stabilisce criteri specifici per ogni disturbo, al fine di garantire una diagnosi accurata e adeguata. Tuttavia, alcuni sintomi comuni a diversi disturbi includono:
Questi disturbi possono avere conseguenze gravi sia sul piano fisico che su quello psicologico. I rischi includono:
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione richiedono un approccio terapeutico multidisciplinare che può includere:
Riconoscere i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione è il primo passo per affrontarli in modo efficace. Il DSM-5 offre criteri diagnostici chiari che aiutano a comprendere la complessità di queste condizioni e a intervenire in modo appropriato per garantire il recupero e il benessere delle persone coinvolte.
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Psicologo clinico, psicoterapeuta e psicodiagnosta, Fabio Cotti ha collaborato con istituti pubblici e privati, tra cui ASST Ovest Milanese, ASST Lariana e Università come Milano-Bicocca e Pavia. Specializzato in psicoterapie psicodinamiche, cognitive e ipnotiche per bambini, adolescenti, adulti e coppie, si occupa anche di psicologia giuridica, in particolare nella valutazione di competenze genitoriali e del danno psichico. È stato Consulente Tecnico d’Ufficio per vari tribunali e autore di contributi in psicologia clinica e testologia.
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