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Il Workaholism

lunedì 11 Dicembre 2023

Introduzione: quando di più, non vuol dire meglio?

All’interno della società moderna, con ritmi e modalità lavorative sempre più frenetiche, fluide e personalizzabili, il workaholism (dalla combinazione delle parole inglesi “work” = lavoro e “alcoholism” = alcolismo) risulta un fenomeno complesso, in cui la dedizione professionale diventa dannosa per il corretto funzionamento e la salute dell’individuo. In soggetti con queste tendenze, il recente avanzamento tecnologico che permette di lavorare da ovunque e in qualsiasi momento, sfumando il confine che distingue il lavoro e la casa, può risultare un fattore di rischio piuttosto ingente. Con la diffusione sempre maggiore dello smartworking e della maggiore reperibilità, per esempio rispondendo alle mail anche dopo l’orario di lavoro, risulta ancora più difficile separare il proprio lavoro dalla vita personale: questo porta alcune persone a lavorare più di quanto gli sia richiesto, con conseguenze molto negative.

Cos’è il workaholism?

Il termine “workaholic” (italianizzato in workaolista) fu coniato dallo psicologo Wayne Oates nel 1971. Questi lo ha definito come “un eccessivo e incontrollabile bisogno di lavorare che disturba in modo permanente la salute, la felicità e le relazioni”.
Il concetto, come precedentemente accennato, è stato socialmente modellato sopra la parola “alcolismo”, implicando una dipendenza. Anche se il termine non viene accettato come definizione medica, è ampiamente riconosciuto nel linguaggio comune per descrivere uno stato di dipendenza dal lavoro.
Il workaholic viene, quindi, definito come una persona per cui il bisogno di lavorare è diventato eccessivo, al punto da creare un notevole disturbo o interferenza con la sua salute fisica, la felicità personale, le relazioni interpersonali e il funzionamento sociale.
Alcune ricerche mettono anche in luce come il workaholism sia utilizzato come strategia di evitamento nei confronti dell’ ansia: i workaholic, spesso, tendono a lavorare di più per ridurre questo stato d’animo.

Come si comportano i workaholic?

Alcune ricerche propongono l’esistenza di diversi tipi di pattern comportamentali che possono essere messi in atto dai workaholic: questi possono avere antecedenti differenti e diverse associazioni con la performance lavorativa.
Le due dimensioni che vengono prese in considerazione sono la dedizione lavorativa e il tratto ossessivo-compulsivo. Si assume che i workaholic molto coinvolti nel proprio lavoro, quindi con un alto livello di dedizione e bassi livelli di ossessione e compulsione, abbiano delle buone performance in lavori molto richiedenti ed esigenti, siano molto soddisfatti lavorativamente e abbiano molto poco interesse in attività non collegate al lavoro.

  • Si ipotizza che workaholic con alti livelli di ossessione e compulsione e un alto livello di dedizione lavorativa abbiano basse performance, per esempio problemi che possono derivare da impazienza e abitudini lavorative ritualizzate.
  • I soggetti che invece presentano una bassa dedizione lavorativa e un basso livello di ossessione e compulsione tendono a spendere più tempo in attività non legate al lavoro.
    Infine i workaholic con un basso livello di dedizione lavorativa e alti livelli di ossessione e compulsione, spendono compulsivamente il proprio tempo in attività non legate al lavoro.
  • Altri studiosi suggeriscono l’esistenza di tre diversi tipi di pattern comportamentali tipici del workaholic: compulsivo-dipendente, perfezionista e orientato al risultato.
    Il primo pattern è correlato positivamente ad ansia, stress e problemi psicologici e fisiologici; correla, invece, negativamente con la performance lavorativa e soddisfazione sia nel lavoro che nella vita.
    Il secondo, risulta essere positivamente correlato con lo stress, problemi psicologici e fisiologici, relazioni interpersonali ostili, un basso livello di soddisfazione lavorativa, un basso livello di performance sul lavoro, turnover volontario e assenteismo.
    Infine, il pattern di comportamento orientato al risultato è positivamente correlato a salute fisica e psicologica, soddisfazione e performance lavorative, basso turnover volontario e comportamenti prosociali.

L’impatto sul benessere

Tra i comportamenti messi in atto dai workaholic troviamo il lavorare ovunque e in qualunque momento, avere il pensiero fisso del lavoro, minore propensione a delegare responsabilità, spendere molto tempo lavorando, a discapito di altre attività, per esempio passare del tempo con la famiglia e i figli o un hobby.
Nel workaholism si possono vedere dei comportamenti che causano disadattamento che peggiorano in maniera costante: con il passare del tempo, il lavoro diventa la principale fonte di gratificazione, per esempio tramite complimenti da parte dei colleghi o un aumento nello stipendio.
Studi hanno dimostrato che il workaholism può condurre a esiti negativi quali stress cronico, burnout, problemi di salute e disturbi del sonno. Il lavorare senza sosta, spesso senza reali necessità oggettive, può portare a una rottura dell’equilibrio lavoro-vita, essenziale per il benessere psicofisico.
L’associazione tra il workaholism e problemi del sonno comprende l’insonnia, bassa qualità del sonno, definita come difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, insufficiente efficienza del sonno, stanchezza una volta svegli e sonnolenza durante il giorno.

Aspetti sociali e familiari

Il workaholism ha ripercussioni anche sulle persone che circondano il soggetto, come la famiglia, gli amici e i colleghi. I rapporti interpersonali ne risentono quando il tempo e l’energia dedicati al lavoro sovrastano quelli riservati agli altri ambiti della vita. I bambini dei workaholic possono crescere sentendo un senso di trascuratezza emotiva, mentre i partner possono avvertire un distacco crescente. All’interno dei compagni e dei figli dei workaholic possono svilupparsi sentimenti di solitudine, mancanza di amore, grande ansia e depressione, isolamento e abbandono. Soprattutto all’interno del partner può nascere la sensazione di dover occuparsi ed educare da solo i figli, facendogli provare sentimenti di costrizione e risentimento.
Persone che mostrano alti livelli di dipendenza dal lavoro, riportano anche una maggior interferenza dell’attività lavorativa con rapporti sociali e intimi, rispetto a coloro che non segnalano un elevato livello di dipendenza.
Stress derivante dal lavoro, associato con il workaholism risulta essere predittivo di una debole coesione matrimoniale, disaffezione verso il partner e una diminuzione dei sentimenti positivi verso il coniuge con dipendenza dal lavoro.

Strategie di intervento

In anni recenti sono sono state esplorate delle pratiche di self-care che sembrano portare beneficio e benessere al soggetto: il “self-care” viene più comunemente definito come il coinvolgimento e l’impegno in particolari comportamenti che sembrano promuovere specifici risultati, come un senso di benessere soggettivo, di un sano stile di vita e sollievo dallo stress. Alcuni autori includono nella definizione anche componenti come attività personali, occupazionali e spirituali.
Viene, infatti riportato che queste pratiche, come il mantenimento di un ciclo di sonno adeguato, ricevere un massaggio, praticare yoga etrovare il tempo per programmi e attività personali, hanno un effetto positivo sui cicli di sonno e veglia, migliorandoli. Alcuni studi riportano come le pratiche di self care medino la relazione tra la dipendenza da lavoro e problemi di cicli sonno-veglia. Tramite l’addestramento dei lavoratori a queste pratiche, si riuscirebbe a mitigare le conseguenze negative del workaholism, supportando un bilancio sano tra la vita e il lavoro e un ciclo di sonno-veglia più naturale.

Un’ulteriore tecnica utilizzata per migliorare la condizione del workaholism risulta essere la mindfulness: alcuni studi mostrano come il workaholism sia collegato con emozioni negative e la mindfulness aiuterebbe a contrastarle, tramite la consapevolezza e l’accettazione delle stesse. Infatti, il workaholism sembra essere collegato con comportamenti ossessivi e compulsivi e alcuni studi mostrano come la mindfulness possa ridurre questi comportamenti. Inoltre, come detto precedentemente, il workaholism può essere legato all’ansia e molti studi mostrano come la mindfulness possa aiutare a ridurla, risultando così in una maggiore soddisfazione lavorativa e una performance migliore.
Quanto detto, però, non può sostituire il lavoro di un professionista, specializzato nella salute lavorativa e in servizi di counselling.

Conclusione: Verso un lavoro consapevole

Nella società di oggi, che spinge ad essere sempre connessi, riconoscere e affrontare il workaholism è una sfida attuale. La soluzione, però, non risiede nel demonizzare il lavoro, ma nell’instaurare una relazione con esso che sia sana, sostenibile e arricchente. Imparare a bilanciare correttamente la propria vita personale e lavorativa è uno degli obiettivi che la società moderna deve ambire a raggiungere.

Contenuto a cura di:

Ufficio editoriale

L'Ufficio Editoriale di ilmiopsi è composto da un team multidisciplinare di psicologi, psicoterapeuti e professionisti della comunicazione, impegnati nella scrittura e revisione clinica di contenuti dedicati alla psicologia e alla salute mentale. Ogni articolo è sviluppato con un approccio scientifico, accurato e accessibile, per garantire informazioni affidabili e utili sia ai professionisti del settore che al pubblico generale.

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