Perfezionismo: cos’è, come riconoscerlo e gestirlo per vivere meglio
Il perfezionismo è un tratto psicologico che può influenzare profondamente il modo in cui percepiamo noi stessi, gli altri e...
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Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.
I pensieri intrusivi rappresentano un fenomeno comune, spesso mal compreso, che può suscitare preoccupazione in chi li sperimenta. Questi pensieri, per loro natura, emergono inaspettati, sono spesso disturbanti e sembrano opporsi ai nostri valori o desideri personali. Comprendere il significato dei pensieri intrusivi, le cause e come affrontarli è essenziale per non lasciarsi sopraffare da una reazione emotiva eccessiva.
I pensieri intrusivi sono idee, immagini o impulsi che si insinuano nella mente in modo involontario, spesso generando disagio o ansia. Si distinguono per il loro carattere indesiderato e per la difficoltà a ignorarli. Sebbene possano apparire bizzarri o inappropriati, è importante riconoscere che sono un’esperienza normale per molte persone.
Ad esempio, chiunque può immaginare, senza volerlo, situazioni che non metterebbe mai in atto, come fare del male a qualcuno o compiere azioni socialmente sconvenienti. Ciò non significa che chi ha questi pensieri voglia davvero concretizzarli, ma piuttosto che la mente, in un processo del tutto naturale, genera associazioni o immagini spontanee.
Le cause dei pensieri intrusivi sono diverse e possono dipendere da fattori psicologici, biologici o ambientali.
Alcuni di questi includono:
È importante sottolineare che i pensieri intrusivi non sempre segnalano un problema psicologico grave; la loro presenza sporadica non deve destare allarme.
Il confine tra pensieri intrusivi e pensieri normali risiede nella loro natura e nell’impatto emotivo che suscitano. Mentre i pensieri quotidiani si collegano alle nostre attività o preoccupazioni correnti, quelli intrusivi appaiono improvvisi, senza un nesso apparente, e spesso sono accompagnati da un senso di colpa, vergogna o paura.
Un altro elemento distintivo è il livello di resistenza che incontrano: i pensieri intrusivi anche se pregni di significato sono, per definizione, non desiderati, e la persona cerca di scacciarli, spesso senza successo. Al contrario, i pensieri normali, anche quando sono negativi, si integrano più facilmente nella narrazione mentale della nostra giornata.
Quando i pensieri intrusivi diventano particolarmente intensi o persistenti, possono associarsi ad altri sintomi, tra cui:
Affrontare i pensieri intrusivi richiede una combinazione di consapevolezza, tecniche cognitive e, in alcuni casi, supporto psicologico. Ecco alcune strategie utili:
L’overthinking non è un errore, ma un segnale: è il pensiero che cerca di andare oltre i propri limiti, di afferrare il non afferrabile. Gestirlo nell’immediato è possibile, ma il suo senso ultimo emerge solo se inserito in una cornice più ampia, quella che una terapia può offrire. Non si tratta di eliminare i pensieri, ma di comprenderne il significato, per imparare a convivere con il limite senza che esso diventi una gabbia.
I pensieri intrusivi, per quanto disturbanti, non devono essere motivo di vergogna o preoccupazione immotivata. Riconoscerli come un fenomeno comune e imparare a gestirli può restituire serenità e consapevolezza. Se diventano troppo invasivi, il supporto di un esperto è fondamentale per ripristinare l’equilibrio.
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Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.
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