Sto pensando troppo o mi sto facendo le domande giuste?

venerdì 3 Maggio 2024

Sto pensando troppo o mi sto facendo le domande giuste?
Molto spesso ci risulta difficile distinguere le due cose: infatti, spesso, se ci troviamo in situazioni molto coinvolgenti, ci può venire naturale progettare degli scenari futuri e porsi molte domande a riguardo. Spesso però ci giustifichiamo dicendo che è bene porsi dubbi, domande e prevedere gli eventi, ma a volte questo può diventare dannoso per il nostro benessere.

Le differenze

La ruminazione e il rimuginio vengono definiti da alcuni studiosi come uno stile di pensiero negativo ricorsivo, prolungato e ricorrente, riguardo a sé, alle proprie emozioni, preoccupazioni personali e esperienze di vita.

Tra gli altri studiosi del tema troviamo Moberly e Watkins che descrivono la ruminazione come deleteria, facente parte di un ciclo vizioso, in cui essa e gli effetti negativi conseguenti si aggravano reciprocamente nel tempo. La ruminazione innesca degli stati emotivi negativi, che aumentano la ruminazione stessa e altri pensieri congruenti con quello stato d’animo, dinamica che conduce ad uno stato d’animo ancora peggiore.
Le persone che hanno tendenze alla ruminazione mantengono questo circolo vizioso, in quanto credono che concentrarsi sulle cause e le conseguenze dei loro problemi porti a soluzioni positive.
Questo meccanismo è simile alla preoccupazione e all’ossessione, altre forme comuni di pensiero negativo, in quanto è ripetitivo, difficile da fermare e spesso intrusivo.

Risulta però necessario fare una distinzione: finora abbiamo parlato di ruminazione, ma bisogna distinguerla dal rimuginio.
Il rimuginio può essere definito come un pensiero costante, ininterrotto e afinalistico rivolto alle situazioni che potrebbero avere esito negativo. Il pensiero è quindi rivolto ad eventi futuri, solitamente comportando uno stato ansioso e provocando un senso di impotenza nella persona che lo sperimenta.
Potrebbe essere visto come un tentativo di controllo sugli eventi da parte della persona, ma in realtà questo porta la persona stessa a sentirsi vulnerabile e non capace di fronteggiare la realtà.

La ruminazione propriamente detta, invece, è una modalità di pensiero persistente e circolare che comporta una costante riesaminazione di episodi o pensieri successi nel passato, per esempio fine di relazioni o problemi lavorativi. Solitamente la persona cerca di trovare una causa per ogni situazione, giungendo però ad un’alterata concezione negativa di sé.
Spesso la ruminazione viene descritta come non intenzionale e di difficile interruzione: spesso viene associata a stati depressivi, ma anche sintomi da sindrome da stress post traumatico (PTSD) e ansia sociale.

Come fermare la ruminazione e il rimuginio

Vi sono molteplici tecniche, all’interno di un percorso di psicoterapia, per gestire e risolvere la ruminazione e il rimuginio.
Ad oggi, vi sono molte tecniche di psicoterapia che possono ridurre e anche eliminare la ruminazione e il rimuginio; sarà lo psicoterapeuta ad individuare la tecnica più idonea, più indicata, in relazione alla specifica persona che sta curando.
Ad esempio, tra le tecniche per ridurre questi stili di pensiero troviamo la Terapia Cognitivo-Comportamentale, anche nella versione basata sulla Mindfulness (Mindfulness-Based Cognitive Therapy, MCBT).

Conclusione

La ruminazione e il rimuginio sono quindi definiti da uno stile di pensiero negativo e ricorsivo che tende a ingigantire i problemi e a farli sembrare insormontabili. Spesso le domande e i dubbi che vengono in mente non hanno una risposta o una soluzione, anzi, spesso ne generano di nuovi. E’ importante riuscire a riconoscere questi meccanismi e cercare delle strategie che riescano a interrompere questa spirale, chiedendo anche aiuto ad un esperto.

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